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lunedì 23 luglio 2012

Ma ci pensi?

Ma ci pensi? Fino a ieri eravamo lontani ma stretti uno all'altra. Credevo ormai indissolubile quel brivido che mi cingeva forte a te. Tu ora ne parli come di un'altra esistenza, di una cosa passata, vissuta, forse dimenticata. Non voglio. Come puoi sparire, diventare evanescente agli occhi e al cuore? Ho ancora mille e mille cose da dirti, e mille ancora da farti conoscere. Non ti ho ancora aperto il mio cuore e tu sei già andato oltre, calpestandomi serenamente. Questo inutile vento che mi scompiglia i capelli, mentre penso a te e alla tua voglia di sole e di mare. La tua voglia di fuggire. Il tuo desiderio di andare.
E questo vento che mi fa lacrimare. Trasporta sabbia e ricordi, trasporta lacrime che volano dietro di me. Non vedrai mai le mie lacrime, le terrò per me, silenziosamente. Ed ora vai. Il tuo posto non è qui accanto alle mie lacrime. Prendi spazio nella dimensione nella quale ti sentivi soffocare, ma che è un porto sicuro, un travagliato porto vicino al mare e al sole, che tanto ami. Nelle giornate dure, di pioggia, non saprai mai che insieme alle gocce che cadono dal cielo plumbeo, ci sono le mie calde lacrime.
Ma ci pensi? Io ho asciugato le tue lacrime che sgorgavano e che un po' liberavano quell'anima travagliata. Avevano il sapore della sconfitta e insieme di una vittoria, hai vinto in libertà, hai aperto un attimo il cuore alla speranza di poter essere te stesso. Per un attimo o per sempre. Poi, sei tornato sui tuoi passi, nel tuo gioco maledetto che ti fa stare afflosciato ma che ti permette di essere diverso.



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