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venerdì 3 agosto 2012

Amica mia

Cara, scanzonata, sorridente amica. Tu c'eri, c'eri sempre, come ci sono le persone a cui importa degli altri. Tu che di tutte le canzoni che cantavi a squarciagola, non conoscevi una parola. E andavi di ritornelli inventati che ci facevano ridere a crepapelle. 'I feel love, love, love'. E dopo un po' non riuscivi più a cantare e ridevi come una pazza anche tu. Me la ricordo ancora la tua risata cristallina, il tuo modo di incedere goffo e più non sapevi camminare sui tacchi e più li ostentavi, paperella. Quante discoteche, quanti sogni, quanti lievi amori. Tutte cose che sapevamo perché non nascondevi nulla, eri un fiume in piena, prorompente come un ruscello d'alta montagna. Poi hai conosciuto lui e con lui il suo mondo, così diverso dal nostro da trasformarti in un'altra persona. Ti ha ucciso prima lui dello scarico del gas della macchina. Ti ha trascinato in un pozzo senza fine, senza appigli. E il tuo bel viso cominciava ad avere i segni di una fine vicina. I ceffoni che ti abbiamo dato per strapparti dalle sue mani, non sono serviti. Ma per noi c'erano ancora i tuoi indimenticabili sorrisi. Ce li dedicavi sempre. Ce li hai dedicati anche quella sera che ci siamo incontrate. Noi andavamo a vedere le vetrine, come si faceva alla nostra età e ci contavamo i soldi in tasca per comprarci qualcosa. Ma non bastavano mai. Tu, paperella, sei andata a nasconderti in campagna, al buio, sola. Ti sei chiusa dentro la macchina, ci hanno detto che non hai sofferto. Lo stereo a tutto volume intonava 'I feel love, love, love'.



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