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lunedì 27 agosto 2012

Sono solo


Anni. E poi ho provato a rimanere solo, sì, allora dicevo 'ce l'ho fatta'! Quelle pazze corse da una stanza all'altra e nessuno a fermarmi a guardarmi come fossi un matto. Mi giravo intorno e quello che c'era era solo mio, poche, pochissime cose, ma mie. Si sa che le donne hanno migliaia di oggetti. La casa è stranamente spoglia, mi sembra di respirare meglio, anni senza provare una sensazione così intensa. Oggi non mangerò nulla così non dovrò nemmeno improvvisare il rituale del pranzo, niente piatti, niente pentole. Mi vesto ed esco, non credevo di avere tutti questi maglioni, chissà dov'erano imbucati. Sorrido al pensiero che il bagno sarà sempre libero, adesso. E libero da tutte quelle cianfrusaglie che occupavano anche le crepe sui muri. E gli scarti delle matite da trucco, i batuffoli di cotone, le salviettine, tutte nel vater un dispetto che non riuscivo a controllare. E l'odore del caffè strano, che piaceva solo a lei, finalmente non lo sentirò più e tantomeno quella maledetta puzza di sigarette che impregnava l'aria. Non comprerò libri per anni, visto che alcuni di quelli che aveva letto me li ha lasciati. Non ne potevo più, sembrava una biblioteca. S'è portata via tutto, una mattina di settembre. L'aria era fresca, ha fatto caricare un camion e se n'è andata senza girarsi. Le sue chiavi erano appese, mancava solo il suo portafortuna. Ha portato via anche tutte le fotografie, promettendomi di fare i doppioni di quelle che ritraevano me con i figli. Rientrando ho avuto un tuffo al cuore. Non c'erano più colori, quelle cascate di girasoli e papaveri se n'erano andati con lei. I quadri alle pareti, tutti i quadri dipinti con quelle mani magiche non c'erano più. Dov'erano i pelouche che avevo imparato ad amare da adulto? Ognuno con il proprio nome. Il cuscino piccolissimo, pieno di palline, che usava come scacciapensieri e sul quale, spesso, piangeva. La casa è paurosamente in ordine. Non ci sono scarpe sgangherate sotto la tavola o in bagno. La sua chitarra.... i mille lavoretti iniziati e mai finiti. Non ci saranno più i biglietti divertenti appesi alle porte o in bagno. Mi facevano sempre schiattare dalle risate. E il suo profumo, un elisir di vita.
Dio mio, sono solo.



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