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mercoledì 10 ottobre 2012

Ho vissuto le mie sette vite

Ho vissuto tutte le mie sette vite.  Ora devo stare cauta, qualsiasi piccolo errore sarebbe la fine. Quando le hai ancora tutte davanti, non ci fai caso, sei leggera, un palloncino che incespica nel cielo ad addossarsi alla prima sventagliata, in scia dell'aria leggera. Poi chissà mai cosa accade e ne perdi una, manca all'appello. Ti giri, ti guardi alle spalle e la vedi. Una fatalità, ma non ti disperi, pensi che te ne rimangono ancora sei e sono tante, puoi ancora fare quello che vuoi. La vita prosegue, incontri, racconti, gente, fiumi di parole e di sorrisi. Un calendario sul quale segnare gli appuntamenti. Esci e ancora trovi un ingorgo, un problema e cadi. Non pensi, vai avanti. Altri giorni ti aspettano. Spensieratezza, entusiasmo e vivi, sei viva e dai mille. Sei mille persone in una. Questa leggerezza ti rende imprudente, non ti soffermi a valutare, sei troppo felice di correre libera, come corrono le nuvole nel cielo. Tu guardi il cielo e il cielo ti guarda, alzi le braccia e per un momento lo senti quell'abbraccio inconsistente al tatto, ma da sensazioni imperiose nella mente. E ruoti e balli. L'amore ti si avvicina appena. Ma non è tempo, hai ancora tante vite davanti. Non cammini, sei dentro una catapulta che ti fa volare, mangi la vita a bocconi e poi, ti svegli dal tuo sonno sbarazzino e non sei più ebbra di vita. Ti senti sempre meno disinvolta, più pacata. Hai corso troppo, i tuoi contorni non sono più nitidi e chiari e capisci che hai l'ultima occasione, l'ultima vita. Rallenti, ti imponi di essere un adagio musicale, una melodia di note austere. Hai paura di guardare il cielo. Non sai cosa ti riserverà questa manciata di vita, se ci sarà il miracolo dell'amore, se potrai ancora ridere e applaudire ad un tramonto. Continui, quasi scolorita e danzi piano, leggera.




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