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giovedì 25 ottobre 2012

Luca se ne andò.

A Luca il paesino era diventato stretto, come una vita vissuta sempre nel medesimo luogo, dove conosci perfino i sassi che compongono la strada. Ma Luca aveva una famiglia. Della moglie, ormai, poco gli importava, era più una persona con cui condividere conti, problemi, il fine mese che arriva e non hai mai i soldi per affrontarlo. Poi c'erano i suoi figli che amava molto ma che, e se lo diceva da solo, era sempre stato un egoista e non li avrebbe voluti. C'era il lavoro, qualche amico. Ormai nulla più gli bastava, la vita cominciava a perdere di significato perché era monotona, ogni giorni era la fotocopia del precedente e di quello prima. Arrossiva ai suoi pensieri così egoistici, ma non poteva fare nulla, non si possono nascondere sotto terra, come faceva da bambino con i suoi tesori. I pensieri emergono dal sonno, insieme a te e ogni giorno pesano sempre di più. Aveva fatto ipotesi, Luca, alcune le aveva scartate, altre gli sembravano plausibili, tutte erano dolorose. Una mattina decise di prendere il coraggio a due mani e senza che nessuno sospettasse, se ne andò. Non si portò nulla, tranne che i suoi pensieri solitari. Visse solo per circa tre mesi, poi capì di aver sbagliato tutto nella vita e che alcuni errori si pagano per sempre. Tornò dalla moglie, dai figli, più stanco e sfiduciato di prima. Si fece festa. Lui avrebbe voluto morire.


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