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domenica 16 dicembre 2012

Finché respira.

Diceva, lo odio. Ma il pensiero era fisso a lui. Quello sguardo, poggiato sul telefono, che non squillava più da mesi. Diceva, l'ho dimenticato. Mentre lo sguardo scrutava un punto nell'infinito, un angolo che solo lei vedeva, che piano piano diventava un attimo. Sapeva, che l'amore non dura in eterno, dura per il tempo che respira e finché respira. Amore, che non è amore, ma gli assomiglia, forse. E' la cosa più vicina ad un legame di sangue. S'incamminavano i suoi pensieri verso il niente, accompagnati solo da figure, ricordi vicini che le indolenzivano lo stomaco e non riusciva più a respirare. Vai, come hai sempre fatto, vai verso una nuova strada, circolare, che non ti conduce da nessuna parte. L'affanno, ti prende, lo vuoi ricacciare all'interno di quello spirito piagato. Un sussurro le impediva di inginocchiarsi, tanto le gambe erano tremule, come il filo fiammeggiante di una candela. Un vento gelido la sferzava e la faceva contorcere in una danza macabra. Passerà, si diceva, ma inconsolabilmente le lacrime sgorgavano senza che lei ne fosse padrona. Ti dimenticherò, alla fine di tutta questa sofferenza, mentre tu starai al caldo dei tuoi leggiadri pensieri di perdente. Diligentemente si avviò e di lei si persero le tracce. Un vento novello sussurrava una calda nenia.



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