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mercoledì 2 ottobre 2013

Patty è nata a colori.


Patty è nata a colori.

E poi la vita l'ha resa grigia.

Ma non subito, almeno non subito grigia. La sua vita è stata un altalenarsi di colori sempre più spenti, sempre più amorfi, sempre più flebili.

Patty non aveva un cognome suo.

E poi i cognomi non sono importanti.

Se l'era ripetuto da così tanto tempo che ormai ci credeva. Essere Patty figlia di niente e di nessuno non le creava problemi. I problemi se li crea chi può permetterseli.

Patty ha subito la vita, da subito.

E poi la vita non l'ha vissuta.

Le è trascorsa davanti senza darle il tempo di farsi assaporare. Non s'è nemmeno accorta del tempo che le sfuggiva e non lo aveva in mano, non lo poteva usare.

Patty non ha avuto un amore.

E non ha vissuto nemmeno un affetto.

Nessuno le aveva voluto bene, era stata abbandonata da subito. Era una figlia di nessuno, come se nessuno l'avesse potuta mettere al mondo.

Patty ha deciso di andarsene presto.

E non sapeva se il tempo fosse importante.

Aveva provato a vivere, era maledettamente difficile da capire come potesse fare. Nessuno le aveva insegnato a vivere, nessuno l'aveva protetta.



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