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mercoledì 11 luglio 2012





E anche oggi mi sveglio in preda al panico, un invasore sordo, infame. Non apro gli occhi, conosco tutto a memoria. Come priva di sensi, nel mio torpore, inizio un nuovo giorno. Non sono quieta, mi sento sobillare da percezioni anomale, come quelle onde che arrivano e si portano via tutto. Ma la quietezza del luogo in cui son prigioniera non permette nulla di inusuale. E mi fermo. Siedo per terra, porto le mani alla testa, voglio ignorare anche ciò che non sento.
Fa male. Ricordare fa male. Riaffiorano tutti i pensieri d'un tratto e mi colgono lì, seduta e affranta. Oggi è peggio di ieri, o è solamente una mia impressione, che mi fa accucciare ancora di più.
Sono in preda al terrore, non so cosa fare, dove andare, sono un sacco vuoto, una testa penzolante. 
Se solo potessi chiedere aiuto. Se solo mi uscisse la voce. Se tu fossi qui, vicino a me.
Forse troverei il coraggio di alzarmi, forse mi solleverei in piedi e raddrizzerei questa testa scomposta. 
Se tu mi tenessi la mano ardirei a camminare, un passo alla volta, due. Se tu fossi qui, non sentirei tutto questo peso addosso, che mi fa soffocare. Mi manca l'aria e sono seduta per terra con le mani alla testa.



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