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lunedì 20 agosto 2012

Disillusi

Apro le braccia in attesa di essere, finalmente, ghermita da te. I mesi che passano, i giorni che incalzano non mi fanno scordare la tua stretta nella quale ero viva. Ero tutto ciò che desideravo essere. E questo mio essere non avrebbe mai sopportato di non avere più un tuo abbraccio, una tua forte stretta. E dopo sono morta. Come muore chi non ha più speranza perché sa che non potrà avere la meglio. Sa di essere stata battuta da rivali insormontabili, invincibili. E ho abbassato la testa, senza più speranza, senza più respiro, senza destino. Chi non ha più un destino è solo ombra, un'ombra che si appiattisce contro i muri e si fa vento, un vento che lacrima. Nessun sentimento, nulla elargirà sollievo a questo vento impazzito dal dolore. Vento e polvere, inarrestabili pellegrini che vagano alla ricerca di calore. Disillusi vagano. Disillusi si insinuano nel mondo nell'inutile ricerca di un'altra vita, di un altro amore. Quanto coraggio li permea ancora? Fino a quando troveranno la forza di vagare e non arrestarsi a formare un piccolo vortice d'arie e poi sparire?





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