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mercoledì 22 agosto 2012

L'onda


Ho cavalcato un'onda, senza tavola, senza nave, su una scia di schiuma effervescente. Sono stata in equilibrio per tanto tempo. Un tempo imprecisato, scandito solo dalla fine e dall'inizio di una nuova onda. Sola, in equilibrio. Ho avuto tanta paura perché nessuno mi sorreggeva nemmeno con un complimento. Ma ho continuato, tra alti e bassi su quel mare increspato e minaccioso. Sono scivolata più volte dentro la schiuma, rischiando di annegare, ho annaspato, ho inghiottito fiele, ma me la cavavo, mi rialzavo e di nuovo un'onda lunghissima mi portava lontano. Quante volte sono caduta, dieci, cento, nessun appoggio e le mani tremanti che cercavano un equilibrio che diventava sempre più instabile. Quante volte ho avuto paura e mi sono guardata intorno, per vedere se qualcun'altro stava in piedi, come me, in quella situazione pericolosa. Ma non c'era nessuno e se ci fosse stato la mia onda era velocissima, non sarebbe riuscito ad aiutarmi. Non esisteva il tempo, era svanito come nei giorni di noia, quando i minuti non passano mai. E questo mare era infinito, come la mia voglia di sognare, ma questo mare era infinito come tutti i miei incubi. Non c'era luce, non c'era notte, solo io che attraversavo queste maree, adagiata sul niente. E sul niente poggiavo, mentre trascorreva il tempo che non percepivo. La paura di cadere, il terrore di non farcela. Avevo lacrime e sudore mescolate in quell'onda lunghissima e minacciosa. Non ne vedrò mai la fine e in questo sconforto totale proseguo a stare in equilibrio più che posso, come posso. Si è alzato un vento che scompone l'onda, forse la fine è vicina o forse è vicino l'inizio di un'altra avventura.



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