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martedì 21 agosto 2012

Mani

Una carezza appoggiata al tuo viso con una mano ruvida, di quelle mani abituate ad essere logorate da lavori pesanti e ingrati. Una carezza che sembra un tocco di carta vetrata. Non avevi mai provato una tenerezza così amorevole e allo stesso tempo tagliente. Senti la guancia avvampare, la tua pelle delicata chiazzarsi di rossore, ma non ci fai caso. Queste mani assomigliano alle persone che hanno condiviso ogni ruvidezza, ogni nodo e che portano sulle spalle dei pesi inaccettabili. Mani che hanno polsi poderosi. Mani che non si accorgono che una carezza sembra uno schiaffo, perché disabituate a dosare la forza. Ogni mano racconta la propria vita, senza girarle per leggere le linee, come fanno le zingare ai lati delle strade. Ognuna con un carico di ricordi lunghissimo, tanto quanto un treno merci che non finisci mai di contare i vagoni perché ti scordi sempre il numero. Mani possenti, che danno sicurezza e fanno tanto nido. Delicate, che restano nascoste dentro le tasche per non rovinarsi e che sanno di paura. Lunghe, come quelle dei pianisti, ostentate per la bellezza ma utili solo per il lavoro. Mani flaccide e quasi sempre sudate, che appartengono alle persone che irretiscono, bramose di cattiveria. Mani piccole e operose che danno tanta gioia nel vederle muoversi così velocemente. Le mani che si porgono per presentarsi, in una stretta che spesso non significa nulla, perché si è dimenticati il senso del 'piacere'.





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