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lunedì 13 agosto 2012

Ti ho dipinto

Ti ho dipinto. Non ho usato molti colori, alcuni ho lasciato che si mescolassero. Sono partita dal viso, una pennellata sale e pepe per i capelli, un turchese per gli occhi, la tinta della sabbia per il viso. Che bel musetto. Non ho colorato tutto uniformemente, mi piace vedere, qua e là, degli sprazzi di bianco, il colore della tela, il colore dell'incompiuto. Il collo, il corpo. Ho scurito il corpo un po' di più perché lo volevo dimostare vivo, reattivo. Volevo posizionare sul petto un cuore, come quello che fanno i bambini, ma sul tuo ritratto non ci sarebbe stato bene, tu di cuore ne hai poco. Sì, lo hai, ma serve per pompare sangue al cervello che lo comanda a bacchetta. Quindi non avrebbe avuto senso, perché avrei dovuto colorare anche il cervello. Ma il mio non è un quadro a più dimensioni. Vado a braccio, a memoria. Il tuo corpo è una figura normale, un po' sghemba, un po' bambinesca. Non ho lasciato il tuo corpo nudo, gli ho dipinto sopra i colori della terra, il marrone, il verde. Non usi mai i colori del cielo e del mare che tanto ami. Quelli li ho dipinti sullo sfondo. Un mare al tramonto, ancora con sfumature colorate dagli angeli. Tu, in primo piano, ti confondi con il tramonto della tua vita, alla quale sei destinato ancor prima di quello che sogni. Si invecchia a forza di dar retta solo alla mente e mai al cuore. Si invecchia troppo senza giocare o senza amare. Amare senza accontentarsi. E il tramonto lascia spazio alla notte, alla lunga notte dei tuoi pensieri.





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