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domenica 31 marzo 2013

Vita...

Rise,
un guizzo lieve di occhi,
una cascata di ricordi
la ricoprì come un'onda
ingrossata, alla deriva nel mare.

Annegò,
senza annaspare,
si lasciò sommergere
da ciò che era stato,
lontano, nel ricordo,
intoccabile.

Anni,
anni passati trascinandosi,
lasciando sfiorire la bellezza
di quella risata prepotente.
Vita vissuta senza scudi.

Vita,
sola, incauta, dolorosa.
vita senza amore,
vita misera,
solitaria e pesante.
Vita...




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sabato 16 marzo 2013

De profundis.

Ieri. Il mondo si è svegliato anche ieri. Solo lei dormiva ancora, dormiva come sempre, come sempre ad un passo dal declivio. Lacrime come prodotto del suo ingegno, di più non sapeva fare. Perseguitata da demi mond che la accerchiavano senza lasciarla respirare. Uno zaino pesantemente carico di solitudine, di amarezza, era la sua unica ricchezza. La sua bellezza non si accordava con il deserto in cui la scaraventavano i sentimenti, nei de profundis per la sua anima che stava cedendo. Pericolosamente ad un passo dal nulla, da sempre. I suoi occhi chiedevano aiuto, la sua voce roca smentiva questa richiesta. Sempre in compagnia della sensazione di abbandono, lei lasciata sola da tutte le persone che avevano costellato la sua vita. Succedeva, prima o poi e lei lo sapeva. Riconosceva di essere pericolosa, sapeva. Nessuno era mai stato capace di ammirarne la bellezza interiore, fino a che lei non l'aveva abbandonata per la via più facile dei paraventi. Quante maschere aveva indossato nella sua vita. Quante ne avrebbe indossato ancora. Perennemente preda e carnefice di compromessi e incomprensioni. Lei china su se stessa, soffocata dalla sua stessa immobilità, fuoco crudele che non le permetteva di rinascere, una volta sola, altro non chiedeva. Una mano tesa, un braccio forte, le erano negati. Lei...



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mercoledì 13 marzo 2013

Lacrime cerbere.

Lacrime amare, scendono sulla pelle, invadono prima gli occhi per poi scendere, cerbere, sul viso. Rigagnoli tumultuosi, rii selvaggi che irrompono come una malattia. E la sciagura ha inizio. Tutto ciò che toccano, solcano, finendo come un soggólo di pietra. Lacrime sibarite, corrotte e raffinate. Stille impetuose che non danno scampo e ad ogni gemito fuoriescono travolgenti, come un fiume in piena. Lacrime limacciose, che nessun argine può fermare, declinano verbose e si nutrono di singulti, se ne appropriano, flagelli di un cuore che martella il suo inadeguato turbamento. Lacrime sapide di vita, fiato indispensabile, tenace, a volte apatico, senza mai malizia prostrato anch'esso dinanzi all'inevitabile. 
Ciniche e senza contegno non danno il tempo di ricomporre il viso deturpato dal loro passaggio, ignare forse, che il loro ruolo è di scemare al più presto. Non mostrano il minimo contegno, nessuna discrezione, danno sfogo al naturale coronamento di un dolore infinito. Lacrime cenciose, alla fine avete vinto ammiccando, per finire, anacorete, di inaridire tutto ciò che avete toccato.


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